Domenica ho fatto una cosa un po’ strana. Avevo voglia di farlo da tanto tempo ma una vocina mi ripeteva che alla fin fine fosse una cosa stupida, così ho rimandato.. per pudore forse? Insicurezza? Non lo so bene neanche io.. e poi qualunque sia la ragione di questo attendere non aveva davvero alcun senso visto che ho fatto tutto nella tranquilla solitudine della mia cucina.
Anche adesso scriverne mi riesce a fatica. Sono imbarazzata, mi viene naturale stringermi nelle spalle e affondare col mento nel petto, arrossendo.
Va beh lo scrivo velocissimo e poi scendo col cursore così non lo vedo ed è come se non ci fosse.
HO FATTO DELLE FOTO IN MUTANDE ECCO
Scandaloso? No. Strano? No. Rivoluzionario? No.
La mia pudicizia è assolutamente inappropriata, mi viene veramente da ridere di me stessa. Intanto perché le ho tenute per me e non le ho condivise con nessuno.
Era proprio il senso della cosa, tenerle per me.
Da qualche settimana mi sto sforzando moltissimo di ascoltare il mio corpo, cerco di prendermi un attimo durante il giorno per tirare un lungo respiro e capire che cosa cerca di dirmi.
Sono abituata ad ignorare una gamma vastissima di sensazioni sgradevoli.. studiare nonostante la stanchezza, il male agli occhi, il mal di testa; ignorare la fame se mi brontola lo stomaco e penso che non sia il giusto orario per mangiare; ingoiare la saliva quando mi sale la nausea per il caldo asfissiante nelle aule della mia università; scacciare i pensieri che si intrufolano di soppiatto nella mia mente e che accompagnano sempre quel peso sul petto che mi impedisce di respirare profondamente. Un peso che so che si traduce in pianto, se mi fermo ad ascoltarlo, in rabbia se lo ignoro. Rabbia che passa se mi distraggo e a cui penso di non dover dedicare troppo tempo.
Sono così abituata a tirare dritto che mi sono accorta di non capire che cosa sento, la maggior parte delle volte. Cos’è quel peso, quella nausea? Cosa sono quelle lacrime ricacciate indietro? Perché?
E riguarda i sentimenti esattamente come il sentire fisico, corporeo. Ho fame? Ho sete? Ho freddo? Ho mal di testa, mal di pancia, bruciore di stomaco?
Il 90% delle volte non so rispondere chiaramente, non ne ho idea. E’ come se non mi fidassi di me.
Questo atteggiamento ovviamente impatta in modo mastodontico sul versante alimentare.
In primo luogo perché più reprimo e più violenta è l’esplosione che segue, questo come regola generale.
Sul versante puramente pragmatico: reprimo la fame -> mi abbuffo dopo qualche ora.
Ma poi, come ormai abbiamo capito, il cibo ed il mangiare sono evidentemente la mia valvola di sfogo, il posto in cui finiscono tutte le mie frustrazioni, le mie fatiche della giornata, le mie difficoltà.
Più mi soffoco e più l’abbuffata sarà travolgente, ormai è una regola scritta, non salto un appuntamento.
E ho deciso che la devo smettere.. che devo farmi forza, mettere da parte tutto questo senso di colpa, di dovere, di responsabilità e darmi spazio, prendere aria, allargare le braccia e aprire il petto.
E’ faticoso da matti perché si tratta davvero di instaurare delle nuove abitudini, di rivoluzionare un po’ la propria quotidianità, di non rispettare il proprio calendario magari (AKA per me l’incubo assoluto, l’inferno, la morte).
Ma stranamente mi sembra che funzioni. Non lo dico ad alta voce per paura di portare sfortuna, ma questo periodo di clemenza e grazia nei miei confronti mi sembra.. positivo?
La questione alimentare è sotto controllo soprattutto grazie al fatto che faccio tanto, rassicurante, sport. In modo un po’ ossessivo come al solito, tipo 5 o 6 volte la settimana più i miei soliti diecimila passi. Però devo dire che gli sto attribuendo delle caratteristiche molto positive, sta diventando un fattore di benessere, sfogo, amore per me stessa.
E spesso (per tornare da dove siamo partiti) dopo essermi allenata mi guardo allo specchio, mi rigiro fra i miei stessi occhi, mi sfioro la pelle. E noto che non è uno sguardo pieno d’odio e rancore.. non solo, almeno. È curioso, indagatore. È come se mi chiedessi: sono bella oggi? Ho dei bei fianchi? Il sedere è un po’ più alto forse? Ma li ho sempre avuti così grandi i capezzoli? (Quest’ultima seriamente, ho sempre pensato di avere i capezzoli piccoli, nell’ultimo periodo mi sono accorta che non è così vero e questa cosa mi ha sconvolto.. il dimagrimento mi ha ovviamente fatto diminuire il seno ma sono passati ormai 4 anni, è possibile che non me ne sia mai accorta?).
Quest’osservarmi lento e diverso mi ha fatto pensare che sarebbe stato bello prendermi una mattinata, truccarmi, sciogliermi i capelli e farmi qualche foto. Così, per avere un ricordo di questo periodo così strano, di cambiamento. Per riguardarle tra un paio d’anni e vedere se il corpo è cambiato. O forse solo per la voglia di sentirmi sensuale, di abbracciarmi, stringermi, volermi bene. E anche desiderarmi, perché no.
E quindi niente.. l’ho fatto. E adesso le riguardo e penso che sono bella. E ho voglia di vedermi, avrei addirittura voglia di postarle da qualche parte.
I miei tatuaggi sono spettacolari.
Ho rotto da poco con Coso eppure sento che questo S.Valentino sarà pieno d’amore.
Che buffo.
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