Che strana sensazione, il viaggio in treno.
È un momento particolare, vero? Come sospeso dal resto della giornata, dalla realtà.
Non è come l’autobus. Gli scossoni continui, le frenate che ti fanno venire da vomitare, le zaffate di odori tremendi. Un tragitto che speri solo finisca in fretta.. anche se poi a prenderlo ogni giorno da dieci anni mi ci sono affezionata.
Ma il treno no, il treno è diverso. Ti culla con la sua andatura costante, vizia il tuo sguardo col paesaggio delle campagne.
Oggi mi ha fatto vedere l’autunno, il suo imbrunire, il passaggio di testimone al freddo inverno, ma anche la resistenza ostinata dei colori, le ultime foglie gialle e rosse aggrappate ai rami con tutta la forza.
E poi ti tiene al caldo. L’autobus ti schiaffeggia col vento gelido aprendo le porte ad ogni fermata, senza darti mai il tempo di scaldarti davvero.
Il treno invece.. è così calmo.
E poi si ferma alla stazione, ti fa sbirciare nelle vite degli altri. Del vecchietto che aspetta con le mani incrociate dietro la schiena e il berretto sugli occhi, dell’uomo impaziente e ben vestito che guarda continuamente l’orologio, del gruppetto di ragazze ridacchianti pronte per la scuola.
Alcune hanno avuto la forza di truccarsi e pettinarsi prima di uscire. Le ho ammirate come avrei fatto con le più valorose guerriere vichinghe.
Il treno mostra, comunica, non ti lascia mai solo.
Mi piace, il treno.
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