Ieri sera sono andata al cinema all’aperto, una delle cose meravigliose della vita. Non è complesso, non è spettacolare, non è qualcosa di unico o irripetibile… eppure è speciale.
E’ la stessa sensazione di tepore che mi sale nel petto quando il mio ragazzo mi accarezza il viso con il palmo della mano. Inclino la testa, mi appoggio sulla sua pelle con gli occhi chiusi, sento i polpastrelli delicati sul collo e il pollice che scorre sulle guance, e sono felice, serena, in pace.
Un passo dopo la soglia del cinema, mi sento esattamente così. Lo schermo mastodontico che incombe su di te, ti osserva dall’alto, ti aspetta, pronto a raccontarti di mille vite diverse dalla tua. Alzare gli occhi al cielo durante la proiezione, ed essere coperti da un mare di stelle. Il pizzicare del freddo sulle gote e lo stringersi nella giacchetta troppo estiva che hai portato con te.
I seggiolini sgangherati e scomodi, che ti fanno incrociare le gambe, poi rimetterle a terra e poi incrociarle di nuovo, e scricchiolare la schiena come una vecchia porta quando ti stiracchi durante l’intervallo. Non hanno i braccioli, dove mi appoggio? Posso agitare le gambe per scaldarmi o disturberò tutta la fila?
L’ombra di un pipistrello che si proietta sul film nel pieno della storia, con i suoi voli pindarici, e schiva lo schermo all’ultimo secondo mentre tutti si chiedono se si schianterà, questa volta.
E tutta la magia del cinema. Di quelle immagini che ti lasciano senza respiro, di quei dialoghi, che fanno salire un groppo alla gola.
E rivedere da fuori sensazioni che hai già provato, oppure scoprire di averne di nuove. Rimanere incollati alla trama con la bocca aperta: va a finire così? No, non è possibile.
Guardare la storia e viverci dentro.
Bellezza pura.

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