Ho conosciuto Luna in terza media. Ricordo di averle inviato il link di una mia pagina Facebook a tema Rock n’ Roll, elemosinando un “mi piace” che lei mi ha regalato. Abbiamo cominciato a parlare di musica, di band, inviarci canzoni e video, foto di cantanti e chitarristi e non abbiamo più smesso.
Non me ne sono quasi accorta, che sono passati undici anni. Poco meno di metà della mia vita. Una delle persone più belle che conosco.. Tutti i miei amici sono persone splendide, non fraintendetemi. Ma Luna è.. speciale.
Speciale perchè ha una storia triste, un padre di merda che ha fatto solo dei danni, una mamma che l’ha tirata su come un’amica e non come una figlia. Lei dice sempre che sono cresciute insieme, lei e sua madre. Con questo rapporto conflittuale ma pieno di amore incondizionato.
Speciale perchè fuori dal comune, sopra la media. Lei non ci crede, forse perchè nessuno glielo ha mai detto, oppure non abbastanza, ma è vero. E’ intelligente, creativa, sveglia. Affidabile. Un mare di potenzialità e un’oceano di talento che potrebbe sviluppare, potrebbe cantare, suonare, disegnare, studiare, scrivere. Se volesse potrebbe, anche se non lo sa.
E’ speciale perchè è bellissima, ma non sa neanche questo.
E perchè nessuno come lei è capace di ascoltare e capire ciò che dico. E’ l’unica persona con cui sono sempre sintonizzata, sempre sulle stesse frequenze, sempre sulla stessa lunghezza d’onda. Non ricordo di essermi mai sentita sola nel mio dolore, se condiviso con lei, neanche una volta in undici anni. Forse in nostro vantaggio gioca il fatto che abbiamo passato insieme momenti complessi della crescita.. la scuola, l’adolescenza, le prime farfalle nello stomaco. Probabilmente abbiamo imparato insieme a vivere e raccontare certe emozioni, certe vicende, e per questo riusciamo ad intenderci così.
E poi è speciale per me, perchè è stata la prima persona di cui mi sono innamorata. Non so se sia stato più incisivo il fatto che fosse la prima donna per cui sentivo qualcosa, oppure l’intensità di quel sentire. Però mi ricordo la sensazione, chiarissima, di cadere nel vuoto mentre la guardavo negli occhi. E che il suo ridere mi faceva ballare il cuore in petto. Non era un amore possibile, lo sapevo benissimo, eppure era pieno di gioia.
Ricordo che una sera mi disse che finalmente il ragazzo che le piaceva e con cui si sentiva da anni sarebbe venuto in città (un evento, visto che abitava ad 800 km di distanza), ed io scoppiai in lacrime davanti alla chat sul computer. Lacrime felici. Sapevo quanto fosse importante per lei, capivo cosa volesse dire riuscire finalmente a vederlo, poterlo stringere fra le braccia.. ll pensarla contenta mi riempiva il petto di sole.
E’ ancora così.
E’ una di quelle cose che mi rendono bella la vita
ed un motivo per stare al mondo.
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