Chi mi conosce o mi ha conosciuto, anche per poco tempo, sa che posso orgogliosamente definirmi una persona sfortunata. La mia vita si basa ineluttabilmente sulla Legge di Murphy:
se qualcosa può andare male, stai pur certo che lo farà.
Avete presente la persona che guardate con pietà correre verso l’autobus alla fermata sapendo che lo perderà, e proprio quando arriva alle porte lo vede partire? Ecco, ero io.
Data questa premessa, quale altro lavoro potevo trovare, se non la cameriera (talvolta aiuto cuoco) in un bistrot mediterraneo? La metto sul ridere perché fa sempre bene, ma può davvero essere un incubo. È la legge del Contrappasso: sono ossessionata dal cibo, ed ogni giorno circondata da esso. Non importa quando ci provi, quante cewingum mastichi, che mi lavi i denti prima di uscire di casa. Niente da fare, finisco sempre a mangiare di qua e di là, quasi senza accorgermene. Il lavoro è il luogo che più di ogni altro ospita le mie abbuffate. Spesso mangio di nascosto dalle mie colleghe per paura… Non so bene di cosa, di un giudizio? So solo che mi vergogno, mi vergogno tantissimo. E’ come se non mi sentissi in diritto di mangiare. Lo so che è assurdo da sentire o da leggere, ma c’è quella voce nelle mie orecchie che mi ripete: “quando mangi sei disgustosa”.
Mangiare davanti agli altri è sempre stato disagevole per me. Sono sempre stata robusta.. anzi, proprio grassa. Essendo più alta della media credo di essere sempre apparsa come una donna grande più che una donna grassa. Ma chi cresce più grande degli altri lo sa: non sei mai legittimato a mangiare. Se prendi una fetta di torta tutti penseranno che l’hai presa perchè sei un ciccione che non si sa controllare. Se a fine pasto hai ancora fame è perchè non sei normale, sei ingordo, avido. Ad ogni pasto che fai ci sarà sempre qualcuno pronto a dirti:” ma non sei a dieta?”.
Quindi non mi stupisco se adesso, trenta kili in meno, mi sento in dovere di prendere meno cibo nel piatto quando sono in un pranzo di gruppo, di rifiutare il dolce o il “bis” dicendo: “No grazie, sono piena da scoppiare”. E’ quello che ci si aspetta dalla ragazza che ha perso tanto peso.. così chi mi guarda può essere fiero di me, così non c’è il pericolo che lo stronzo di turno dica qualcosa come: “Guarda che se mangi quel tiramisù ingrasserai di nuovo”.
Sono tutte cose che accadono un po’ nella realtà e un po’ nella mia testa.
Ogni volta che qualcuno, chiunque, mi posa lo sguardo addosso, io comincio a pensare, senza alcuna speranza di evasione, che sta pensando che sono troppo grossa, che vedermi mentre mi porto alla bocca del cibo sia una scena orrenda, uno spettacolo da vietare ai minori.
E quindi mangio senza farmi vedere. Di nascosto. E a volte mi sembra di vedermi da fuori mentre mi accuccio in un angolo della cucina a fine servizio, con le luci spente, ed ingurgito senza neanche masticarlo il pane avanzato dai tavoli che ho appena sparecchiato.
Raccapricciante, vero?
La mia bulimia è anche questo e non l’ho mai detto a nessuno. Poterlo condividere mi toglie un peso dal cuore.
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