
Domenica scorsa, 14 agosto, il ristorante in cui lavoro è rimasto chiuso a causa della desolazione desertica tipica della città in questo mese, cosa che mi ha permesso di godermi una serata inaspettatamente libera.
Altrettanto inaspettato il titolo del film di Akira Kurosawa nella lista dei consigliati da Amazon Prime (che batte a mani basse ogni altra piattaforma mainstream di streaming online, Netflix suca) che ha letteralmente svoltato la mia serata.
Che meraviglia. Tre ore e mezza che sembrano dieci minuti. E alla fine del film ti viene quasi voglia di rimetterlo da capo e guardarlo di nuovo. Devo ammettere che in buona parte si deve all’istinto irresistibile di guardare Toshiro Mifune per ore ed ore, che, come dice mia madre: ” è l’uomo più affascinante del mondo… dopo Marlon Brando”.
(Non parlate mai male di Marlon Brando).
Al di là della storia o delle performance degli attori, si gode davvero della bellezza delle immagini, della finezza di ogni fotogramma. Provate a metterlo in pausa, in qualunque momento, e ricaverete una foto da incorniciare ed appendere al muro. Così scenico, così curato… semplicemente: bello, bellissimo.
Quasi toglie il fiato.
Che meraviglia il cinema.

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