Stamattina, mentre cercavo disperatamente di raccogliere con la scopa i mille mila peli che il mio gatto dissemina in giro per casa, ho pensato:” perchè non ricominci a scrivere qualche riga, di tanto in tanto?”,
Una doverosa premessa: ho provato a scrivere con regolarità almeno un milione di volte in vita mia. Ci sono mai riuscita? Ovviamente no.
Ultimamente però mi sto cimentando con più enfasi e regolarità del solito in alcune attività benefiche (il nuoto e lo yoga), e mi viene quasi da credere di potercela fare.
Onestamente, non so quanto potrà durare. L’anno accademico è alle porte e, come ogni volta, mi sento come se dovessi rinunciare a tutto per tornare ad una realtà di fatica, stress ed ansia perpetue. C’è da dire, però, che questa volta ho concordato con la psicologa di impegnarmi nel tentativo di mantenere questi spazi di svago e benessere, e visto che ho speso nella terapia praticamente tutti i soldi guadagnati quest’anno, cazzo, sarà meglio che tenga fede a questa promessa e che la faccia funzionare.
E dunque eccoci, per la millesima volta a impostare la bozza di un articolo, a scegliere un tema rigorosamente brutto per un blog che nessuno leggerà (senza vittimismi eh, mi piace l’idea di avere uno spazio per me), e stressarmi ancor prima di cominciare perchè, pur appartenendo fieramente alla generazione Z, ho le stesse capacità tecnologiche di mia madre (classe 1960).
Ho passato un’ora intera a cercare di capire come modificare il font del titolo, e se potessi allineare o meno la foto (l’unica foto, perchè due sarebbero state uno sforzo sovrumano).
Ma eccoci, a scrivere le prime righe sopra un irritante sfondo giallo e con un sorrisino soddisfatto sul viso come se avessi scalato una ripidissima montagna.
Uno spazio mio.
Come direbbe Virginia, una stanza tutta per me.
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